Nasce a Napoli tra un giovedì qualunque e un fallo in legno di Mario Ceroli, regalatogli in culla dal leggendario Lucio Amelio. Un buon augurio, dissero. Cresce inciampando in opere di Beuys, Warhol, Rauschenberg e Twombly, trattandole come mobilio qualunque per quarant'anni, finché non si sveglia e realizza di aver vissuto in un museo involontario. Oggi vive a Roma e, ispirato da quanto inconsapevolmente assorbito, ha da poco iniziato il proprio percorso artistico, da artista "per caso e per casa". I suoi lavori sono infatti esposti in diverse abitazioni, tutte sue, per non scomodare le gallerie. Introverso patologico, ha scoperto che sostituire le parole con delle forme d'arte è un modo di alimentare l'ego di chi vorrebbe essere essere egocentrico ma non riesce proprio ad esserlo.